Endodonzia

Una tecnica per conservare

Le cura canalari e altre terapie

Nella nostra clinica odontoiatrica a Udine pratichiamo l’endodonzia: cure canalari, devitalizzazioni, terapie e ritrattamento canalare che permettono di salvare il dente quando lesioni cariose profonde colpiscono il nervo dei denti.
L’endodonzia è l’unica soluzione alternativa all’estrazione dentale.

Che cos’è l’endodonzia?

E’ una branca specialistica dell’ odontoiatria che si occupa della cura delle patologie legata alla polpa dentale (nervo).

Endodonzia classica

Si prefigge di risolvere le patologie del nervo o il dolore di origine pulpare con terapia non chirurgica. Costa di 3 fasi, alesatura, detersione e otturazione del sistema dei canali radicolari. La corretta esecuzione di dette fasi permette al dente di essere recuperato. Granulomi, cisti possono in grande percentuale guarire senza intervento chirurgico.

Endodonzia chirurgica

Si prefigge di risolvere le patologie periradicolari (cisti, granulomi) quando la via normale non abbia dato risultato. Viene eseguita tramite un piccolo intervento chirurgico che asporta dall’apice delle radici il granuloma.

Casi Clinici

collegati

Caso 1

Lesione apicale nel premolare inferiore ed evidente compromissione della corona di natura cariosa. Dopo la guarigione, avvenuta in 12 mesi, il dente è stato ricostruito con perno in carbonio e corona in ceramica.

Caso 2

Vasta lesione apicale nel molare inferiore e presenza di ascessi continui. Dopo la guarigione, avvenuta in 12 mesi, il dente è stato ricostruito in materiale composito e con corona in ceramica.

Caso 3

Vasta lesione apicale nel premolare inferiore e presenza di ascessi continui. Dopo la guarigione, avvenuta in 12 mesi, il dente è stato ricostruito in materiale composito.

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    Approfondimento

    le tecnologie utilizzate

    CURA ENDODONTICA, CURA CANALARE, CURA DEL NERVO DEVITALIZZAZIONE, RITRATTAMENTO

    Cinque definizioni per descrivere procedure che hanno a che fare con la parte più interna del dente, quella rappresentata anche dalla polpa, da vasi sanguigni e da nervi che dalla parte più profonda del dente detta apice raggiungono la parte più interna della corona dentaria, la camera pulpare. Quando sono necessari questi trattamenti la colpa molte volte è una sola: la presenza di batteri, dove non dovrebbero stare, cioè all’interno del dente.
    Come raggiungono queste zone?

    Spesso per carie, fratture o precedenti trattamenti condotti a volte senza isolare il dente dal cavo orale che è notoriamente ricco di batteri. Sono terapie importantissime, permettono di conservare i propri denti e risolvono i forti dolori che accompagnano le infezioni odontogene, ossia quelle che originano dal dente.

    Sono essenzialmente tre i quadri clinici che sono influenzati da problemi interni al dente cioè endodontici :
    – ASCESSO

    – GRANULOMA

    – PULPITE
    ASCESSO

    È una raccolta di pus nel contesto dei tessuti che circondano il dente, che fa male spesso solo sfiorandolo, perciò è molto semplice identificarne l’origine del dolore.
    Di cosa si tratta?

    I batteri sono penetrati all’interno della polpa, hanno percorso tutto il dente in profondità portando l’infezione oltre il dente, all’osso che circonda l’elemento dentario. La raccolta di pus prodotto da questi microbi produce un gonfiore dolente, deformando a volte i lineamenti del viso, il pus spesso trova una via di fuga attraverso la gengiva in una pustola, una sorta di brufolo. Questo “canale di scarico” che l’infezione produce si chiama fistola.
    Come si cura?

    Il primo passo è ridurre l’infezione, spesso è necessaria una terapia antibiotica prima del trattamento endodontico, il passo successivo è eliminare la presenza dei batteri all’interno del dente.
    GRANULOMA

    È un nome che evoca malattie ben più gravi, in realtà è parente stretto dell’ascesso, è infatti un’infezione che, arrivata all’apice del dente, è stata contenuta dalle cellule immunitarie che circondano la radice dentaria creando un’immagine radiografica scura e spesso circolare.

    Di cosa si tratta?

    È un’infezione cronica all’apice del dente, spesso non accompagnata da altri sintomi (non fa male) si reperisce spesso con le radiografie, coinvolge a volte denti già devitalizzati, e può evolvere in ascesso o cisti.
    Come si cura?

    Né le cellule immunitarie né farmaci come gli antibiotici riescono a debellarla poiché i batteri fruttano il dente come fosse una tana e in esso trovano protezione e riescono a moltiplicarsi. La cura endodontica è l’unica terapia, a volte non risolutiva per cui se il granuloma si è sviluppato secondariamente ad una devitalizzazione è necessario ritrattare il dente, cioè rifare la cura.
    PULPITE
    Infiammazione che produce uno dei dolori più forti che un essere umano può sopportare, il dolore è acuto, spesso si riduce con il freddo e può aumentare nelle ore notturne; interessa una zona della dentatura, irradiandosi a volte anche alle aree circostanti (orecchio, tempie, collo, altri denti), gli analgesici generalmente non riescono ad ottenere grandi miglioramenti nella sintomatologia.
    Di cosa si tratta?

    È un’infiammazione del nervo, spesso segno della presenza di una carie penetrante che ha raggiunto la polpa dentaria. È per così dire una intensa sofferenza della polpa che si gonfia infiammandosi in uno spazio chiuso fino a strozzare i vasi portando alla necrosi le cellule.
    Come si cura?

    Ma sopratutto come si calma il dolore? Semplice! Eliminando il nervo. Si accede alla parte interna del dente e si elimina il sistema dei nervi interni del dente.
    IL SISTEMA CANALARE E LE FASI DELLA TERAPIA ENDODONTICA.

    Ebbene sì, i nervi dentro il dente non formano percorsi dritti come autostrade ma sono più simili a tortuosi vicoli di un centro storico, da qui la definizione di sistema. Queste forme interne rendendo l’endodonzia qualcosa di veramente complicato. A tutto questo aggiungete anche il fatto di usare strumenti molto sottili all’interno di una apertura nel dente, profonda, stretta e buia.

    Ecco perchè uno dei requisiti minimi dell’endodonzia è farla con sistemi di ingrandimento e di illuminazione dedicati.
    Altro requisito minimo è l’isolamento del dente dall’ambiente orale, perchè vogliamo cacciare i batteri senza invitarne di nuovi!

    Come si fa? Semplice, non c’è altro modo: con la diga dentale, un’invenzione del 1864! Semplice ed efficace come la ruota…

    Un foglio in lattice che separa i batteri cattivi dal nostro amato dente.

    Diga montata? Ecco le fasi successive valide anche per i ritrattamenti:
    – ELIMINAZIONE DELLA CARIE ED EVENTUALE RICOSTRUZIONE DELLE PARETI DEL DENTE.

    – REPERIMENTO DEGLI IMBOCCHI DEI CANALI NELLA CAMERA PULPARE

    – SAGOMATURA DEI CANALI A OTTENENDO DELLE FORME CONICHE

    – DETERSIONE DEI CANALI CON SOLUZIONI ANTISETTICHE

    – CHIUSURA DEI CANALI E CHIUSURA DELLA CAVITÀ D’ACCESSO

    Cosa abbiamo ottenuto così facendo?
    Abbiamo fatto pulizia nella tana dei batteri li abbiamo uccisi o spinti fuori dal dente verso lo stesso destino e abbiamo chiuso le porte: quella più profonda verso l’apice e quella verso la corona.

    È molto importante che le porte rimangano chiuse, se non chiudiamo bene quella più profonda o se la corona viene attaccata da una carie si riproporrà lo stesso quadro di infezione.
    Per cui sarà necessario ritrattare il dente, ossia rifare le fasi precedentemente descritte.